Dalle sole parole non può venire alcuna conoscenza della realtà: un'intuizione, questa di Ockham, tanto appropriata per la parola "mistica" come per pochi altri termini specialistici. Almeno tre obiezioni, infatti, ne sconsigliano l'uso:
1) Il termine "mistica" nasconde i contenuti più diversi. Se lo si impiega, si dovrebbe dire in che senso lo si fa. Dall'estasi dei santi alla mistica della natura la strada è lunga, ma lo è anche dalla mistica visionaria alla "mistica filosofica". Chi parla di "mistica filosofica" deve dimostrare di non utilizzare l'aggettivo "filosofica" per scopi puramente decorativi, esibendo gli argomenti filosofici che consentono di chiamare filosofo un certo "mistico".
2) Se si utilizza la parola "mistica" per un autore, si è tenuti a giustificare puntualmente la scelta di questo vocabolo, ma si tratta di una accortezza rara. E' divenuto un luogo comune associare il nome Eckhart al sostantivo "mistica". Ora è tempo di provare se questa associazione abbia un senso o se invece, come credo, abia nuociuto allo studio di Eckhart; se abbia indotto a stilizzare Eckhart come una figura sublime, senza stimolare allo studio del suo lavoro scientifico di professore, e abbia fatto indulgere alla tentazione di isolarlo dai predecessori e dai contemporanei: quanto più appariva solitario, infatti, tanto più poteva passare per "mistico". Noi sappiamo però che Eckhart era legato alla tradizione filosofica, in special modo alla filosofia del suo ordine e alla scuola di Colonia. Invece di appioppare etichette frettolose, è opportuno compiere il percorso che passa per i suoi ispiratori: Agostino e Averroè, Alberto e Tommaso, Teodorico di Freiberg......Alberto, e soprattutto Teodorico e poi anche Eckhart, tentarono di rafforzare la teoria aristotelica dell'intelletto per cui esso è indipendente da spazio e tempo, "non commisto" e "separato". Mentre Ockham concepì il pensiero e il contenuto come due "cose assolute", separate in linea di principio, Teodorico e Eckhart sottolinearono come il vedere divenisse il veduto e come non vi fosse unificazione maggiore di quella del pensiero che diviene il proprio oggetto. Vi erano inoltre dei punti in comune tra il pensiero di Eckhart e quello di Ockham: entrambi criticavano la sopravvalutazione di cui erano oggetto i nomi.......In Eckhart la rappresentazione della gerarchia celeste e terrestre era spinta ai margini della coscienza, quando non formalmente respinta. Le donne udivano che Dio aveva creato Eva dalla costola di Adamo per significare che la donna è uguale all'uomo, né superiore né inferiore a lui. Tutta la pletora di pratiche salvifiche del Medioevo - pellegrinaggi, processioni, messe - diveniva priva di significato rispetto alla presenza di Dio nell'anima.
K. Flash Introduzione alla filosofia medioevale
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