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Visualizzazione dei post da 2012

La Fayette, un marchese per la rivoluzione

Il marchese di La Fayette (1757-1834) prese parte sia alla Rivoluzione americana sia a quella francese. Quando le colonie inglesi d'America si dichiararono indipendenti, nel 1776, s'imbarcò infatti per gli Stati Uniti per aiutre gli insorti. Con una speciale risoluzione del Congresso, fu nominato maggior generale dell'esercito americano (1777), entrò nel consiglio di guerra di George Washington e partecipò attivamente alle operazioni di guerra, conquistandosi presso gli americani la fama di eroe. La sua grande celebrità attraversò i secoli, come mostra l'attribuzione della cittadinanza onoraria degli StatiUniti: nel 1848 e, postuma, nel 2002, onore concesso molto raramente nella storia del paese. Più ambiguo il suo ruolo nella Rivoluzione francese, perché, pur fervido sostenitore di principi democratici, era pur sempre un aristocratico legato alla famiglia reale e cercò sempre di mediare, da una parte, per evitare che la Rivoluzione diventasse repubblicana e, dall'

G. Gardener: "Formae Mentis"

I fondamenti biologici dell'intelligenza La genetica ha compiuto i suoi massimi progressi nella spiegazione di caratteri semplici in organismi semplici. Noi sappiamo moltissimo sulla base genetica delle strutture e dei comportamenti del moscerino della frutta; e attraverso studi del meccanismo della trasmissione ereditaria abbiamo compreso come si trasmettano malattie specificamente umane come l'anemia drepanocitica, l'emofilia e il daltonismo. Quando si perviene però alle abilità umane più complesse – come la capacità di risolvere equazioni, di apprezzare o creare musica, di imparare lingue straniere – siamo purtroppo incresciosamente ignoranti sulla componente genetica e sulla espressione a livello fenotipico. Innanzitutto, queste capacità non possono essere studiate sperimentalmente in laboratorio. Inoltre, ogni carattere complesso, anziché essere connesso a uno specifico gene, o a un piccolo insieme di geni, riflette molti geni, un buon numero dei quali saranno polimo

NAZISMO, COMUNISMO, FASCISMO

NAZISMO, COMUNISMO, FASCISMO Sul piano formale gli esempi e i modelli di stato totalitario ai quali Hitler poteva ispirarsi erano almeno due: l’Unione Sovietica e l’Italia fascista. Rispetto alla Russia tuttavia le condizioni erano completamente diverse. La dittatura del partito bolscevico si era imposta nel crollo totale non solo degli apparati dello stato, ma della società civile, travolta dallo sforzo bellico. Il partito era diventato veramente il fulcro del nuovo stato, aveva dato i quadri alla nuova burocrazia, rifondato l’esercito, costituito le pur esili strutture di una elementare società civile. Nel rivolgimento radicale, nessuna istituzione tradizionale aveva conservato un minimo di autonomia e di potere: la monarchia era distrutta, l’aristocrazia eliminata o emigrata, l’esercito dissolto; la classe politica liberale, populista e socialdemocratica, senza tradizioni e radici nelle masse popolari, discreditata dal fallimento delle prime esperienze di governo e dal disegno di

AFORISMA DI GIORDANO BRUNO

JHON RAWELS: LEZIONE SU HOBBES (FILOSOFIA POLITICA)

SOMMARIO: SCHEMA DELLA TESI DI HOBBES SECONDO LA QUALE LO STATO DI NATURA  → UNO STATO DI GUERRA 1.       Stato di natura = df stato di cose nel quale non esiste alcun potere sovrano che tenga a bada tutti. Stato di guerra = df stato di cose nel quale la volontà di confrontarsi combattendo è pubblicamente riconosciuta. Uno stato di guerra non consiste in un combattimento effettivo, ma nell’esistenza  di una disposizione dichiarata a combattere durante un periodo di tempo nel quale non esiste alcuna garanzia del contrario. Ogni altro tempo è tempo di pace. 2.       Argomentazione a favore della tesi che lo stato di natura → stato di guerra: a.        L’eguaglianza (delle doti naturali e dei poteri mentali) – dato il ruolo centrale del desiderio dell’autoconservazione e del desiderio di ottenere i mezzi per una vita comoda all’interno della dottrina politica di Hobbes – porta ad un eguale speranza di raggiungere i nostri scopi. b.       L’eguale speranza – data la scarsità dei mezzi di s

ATTENZIONE VOLONTARIA

Ma c’è un’altra forma di attenzione, quella volontaria. È quella che dirigiamo consapevolmente alla pagina del libro. Maurizio Corbetta, della Washington University, ha dimostrato che questo tipo di attenzione attiva la corteccia prefrontale, la stessa regione implicata negli atti di volontà, e riduce l’attività nelle altre regioni. Questa attivazione, capace di dirigere il cervello nella direzione voluta, trasforma il mammifero in Homo sapiens perché può escludere l’attenzione automatica. « Abbiamo fatto degli esperimenti con i bambini che giocano a calcio » dice Maria Carraso, psicologa della New York   University. « I genitori sugli spalti urlano, ma i bambini non sentono nulla: in partita esiste solo il campo.       A. Beltrami da Focus n.232.

Lëv Vygotski

Lëv Vygotskij nasce a  Gomel in Bielorussia nel 1896. Studia e si laurea nel 1917 in giurisprudenza e poi in psicologia dell’arte a Mosca.  Nel 1924 occupa la cattedra di psicologia. Fonda un Istituto per bambini disabili a Mosca. Il suo lavoro scientifica prende inizio dalla psicologia evolutiva, dallo studio dei processi cognitivi e del linguaggio dei bambini. La tesi fondamentale ruota attorno alla teoria del condizionamento che i fattori socioculturali esercitano sulla coscienza umana e sui processi psichici superiori. La sua opera principale ( Pensiero e linguaggio del 1934) viene messa al bando per oltre trent’anni dal regime stalinista, in quanto divergente con il pensiero imperante, d’impronta pavloviana. Le opere pubblicate postume: psicologia dell’arte (scritta nel 1925), Teoria delle emozioni  (1933 pubblicata nel 1982). Muore di tubercolosi nel 1934 a Mosca. P. Crepet   Psicologia Temi Teorie Professioni