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Visualizzazione dei post da luglio, 2009

AUTISMO

Freeman (1997) ha riassunto in modo efficace gli assunti su cui si basa l’attuale definizione dell’autismo: · È una sindrome clinica (definita su base comportamentale), nonché non è stato ancora identificato un elemento oggettivo che accomuni tutti i casi dal punto di vista biomedico e perché, come altre sindromi, si caratterizza in sottotipi diversi per eziologia e trattamento; · È un disturbo a spettro che presuppone cioè un continuum di sintomi combinati in modo anche molto diverso fra loro con livelli di gravità differenti; · È una diagnosi in evoluzione perché, come vedremo, l’espressione dei sintomi varia a seconda dell’età e del livello di sviluppo dell’individuo affetto dal disturbo; · È una diagnosi di tipo retrospettivo perché richiede un’attenta ricostruzione dello sviluppo dell’individuo dato che l’età di insorgenza e il tipo di manifestazioni variano da individuo a individuo; · È un disturbo ubiquitario poiché diffuso in tutto il mondo , in tutte le razze e in tutti i tipi

EPILESSIA

L’epilessia è una malattia o, meglio ancora, una sindrome patologica. Questo è il primo dato importante da sottolineare. Infatti, per moltissimo tempo si associava la crisi epilettica a qualcosa di demoniaco, di inspiegabile e soprattutto era considerata un fenomeno da nascondere. Si dice soffrissero di tale patologia grandi personaggi, come Alessandro Magno, Giulio Cesare, Giovanna D’Arco o Napoleone; certamente ne soffrivano Dostoewski, Flaubert, Paganini, van Gogh, una prova che l’epilessia non lede le capacità intellettive, né il rendimento nella vita pratica. Nelle forme abituali non porta nessuna menomazione nell’ambito della vita quotidiana e del successo professionale. L'epilessia è caratterizzata dalla ripetizione di crisi epilettiche, dovute ad una iperattività delle cellule nervose cerebrali (i cosiddetti "neuroni"). Si verifica infatti, paradossalmente, un eccesso di funzione del sistema nervoso: alcune cellule del cervello incominciano a lavorare ad un ritmo

DISLESSIA

La Dislessia è un Disturbo Specifico dell'Apprendimento (DSA). Con questo termine ci si riferisce ai soli disturbi delle abilità scolastiche ed in particolare a: DISLESSIA, DISORTOGRAFIA, DISGRAFIA E DISCALCULIA. La principale caratteristica di questa categoria è le sue specificità, ovvero il disturbo interessa uno specifico dominio di abilità (lettura, scrittura, calcolo) lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. Ciò significa che per avere una diagnosi di dislessia, il bambino NON deve presentare: deficit di intelligenza, problemi ambientali o psicologici, deficit sensoriali o neurologici. Tale disturbo è determinato da un'alterazione neurobiologica che caratterizza i DSA (disfunzione nel funzionamento di alcuni gruppi di cellule deputate al riconoscimento delle lettere-parole e il loro significato). La dislessia è una difficoltà che riguarda la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e fluente. Leggere e scrivere sono considerati atti così semplici e

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