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Visualizzazione dei post da settembre, 2008

LEGGE DI FECHNER

La psicologia si sviluppò in Germania, sotto la spinta della ricerca fisiologica, con le ricerche di psicofisica. Il programma di questa nuova disciplina fu formulato da Gustav T. Fechner (1801-1887) il cui obiettivo principale era dimostrare l’identità tra mente e corpo, tra spirito e materia. Verso il 1860 Fechner formulò la nota legge per cui la sensazione aumenta in funzione del logaritmo dell’intensità dello stimolo e avviò un ampio programma di ricerca sui processi sensoriali. La rilevanza dell’opera di Fechner per la futura psicologia consiste soprattutto nell’aver mostrato che la sensazione, in quanto fenomeno puramente psicologico, fino a quel momento erroneamente inteso come successione di stati di coscienza che potevano essere conosciuti solo tramite l’introspezione, era in realtà qualcosa di oggettivo e materiale, suscettibile di essere misurato. La psicologia, quindi, poteva divenire una scienza non solo sperimentale, nel senso che era in grado di riprodurre e studiare le

KIERKEGAARD E LE SUE MASCHERE

Kierkegaard pubblicò quasi tutte le sue opere più importanti mascherando il proprio nome dietro uno pseudonimo. Eccone alcuni esempi: Victor Eremita (Aut-Aut), Johannes de Silentio (Timore e tremore), Johannes Haufniensis (Il concetto dell’angoscia), Hilarius il Rilegatore (stadi sul cammino della vita), Anti-Climacus (La malattia mortale). Firmò invece con il suo nome tanti discorsi edificanti, dedicati alla meditazione religiosa. Egli, infatti, oscillò per tutta la vita tra la vocazione pastorale e quella letterario-filosofica. Gli pseudonimi, al di là dell’artificio letterario, hanno una precisa funzione filosofica: essi rappresentano il tentativo di parlare “dall’interno” delle varie possibilità esistenziali, cioè identificandosi completamente con esse. Kierkegaard era infatti critico nei confronti del pensiero astratto caro all’idealismo e fautore di un pensiero “concreto”, cioè un pensiero «nel quale c’è un soggetto pensante». Al “pensatore oggettivo” di stampo hegeliano egli con

SARTRE: LIBERTA' ASSOLUTA E RESPONSABILITA' ASSOLUTA

Nella filosofia contemporanea, la relazione della responsabilità con la libertà è al centro dell’analisi esistenziale condotta da Jean-Paul Sartre (1905-80) ne L’essere e il nulla (1943). Il punto di partenza è rappresentato da una peculiare confutazione del determinismo da un lato e della tradizionale dottrina del libero arbitrio dall’altro, non in grado, secondo il filosofo francese, di spiegare l’agire umano. Per il determinismo – osserva Sartre – ogni atto è determinato da uno stato di fatto che precede il fatto stesso, sia esso di natura economica (la struttura che determinerebbe, secondo il marxismo , la sovrastruttura) o psichica, come vuole la psicoanalisi di Freud . Tuttavia, ciò è assurdo, perché l’azione rappresenta, secondo Sartre, una «proiezione del per sé [della coscienza umana] verso ciò che non è, e ciò che è non può in nessun modo determinare ciò che non è». Agire significa inoltre per il per sé superare una situazione in cui si trova presentemente in vista di un fi