Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da gennaio, 2009

INSEGNARE FILOSOFIA ...

Per metodo teorico-problematico intendo invece un metodo che ponga l’accento sui principali problemi trattati dalla disciplina, come per esempio i problemi della verità, della conoscenza, dell’essere, del valore ecc., nonché sulle risposte che a tali problemi sono state date nel corso della storia. È del confronto scientifico-culturale fra il metodo storico e un metodo teorico problematico così inteso che mi occuperò in questa sezione. In un precedente articolo ho cercato di mostrare che non sono state addotte ragioni che consentano di determinare l’indiscussa superiorità di uno dei due approcci sull’altro. Dal punto di vista che qui ci interessa – quello, appunto, scientifico-culturale – entrambi i metodi presentano dei pregi e dei difetti, ciò che li rende sostanzialmente equivalenti. Per questa ragione la scelta fra essi dovrebbe avvenire solo sulla base (a) degli aspetti della riflessione filosofica che si vogliono privilegiare in relazione alla propria personale visione culturale

UN ENIGMA E UN'IPOTESI

In un angolo dell’Africa, circa sei milioni di anni fa, in un evento evolutivo come tanti, una popolazione di grandi scimmie antropomorfe si trovò a essere isolata riproduttivamente dai suoi con specifici. Il nuovo gruppo, evolvendosi, si suddivise in altri gruppi, dai quali derivarono infine diverse specie di scimmie antropomorfe bipedi del genere Australopithecus. Queste nuove specie finirono con l’estinguersi, tranne una che sopravvisse fino a circa due milioni di anni fa, quando era ormai cambiata al punto da richiedere non solo una nuova denominazione di specie ma anche una nuova denominazione di genere : Homo. Rispetto alle australopitecine sue progenitrici, che erano alte un metro e venti centimetri, avevano un cervello grande quanto quello delle scimmie antropomorfe e non possedevano strumenti di pietra, Homo era più sviluppato fisicamente, aveva un cervello più grande e fabbricava strumenti di pietra. Non ci volle molto perché Homo si mettesse in cammino diffondendosi in tutto

INTRODUZIONE A HEIDEGGER

Negli anni immediatamente successivi alla pubblicazione delle prime due sezioni di Essere e tempo , Heidegger si trova di fronte ai problemi che ha indicato, come si è visto, nel paragrafo conclusivo di quell’opera, e che condizionano le possibilità di sviluppo del discorso là cominciato . Nella Lettera sull’umanismo , del 1947, egli dirà che Essere e tempo non ha potuto arrivare fino in fondo al discorso intrapreso perché è venuto meno il l inguaggio, ancora troppo condizionato dalla «metafisica». Comunque si voglia valutare quest’affermazione, che è di venti anni successiva a Essere e tempo , è chiaro però che fin dalle prime pagine di quest’opera Heidegger mostra di intendere la propria ricerca come problematizzazione delle basi stesse della filosofia occidentale. Essere e tempo , come ormai sappiamo, muove dalla costatazione che l’essere, nella tradizione filosofica europea, viene pensato sul modello della semplice-presenza. Ma la presenza è solo una delle dimensioni del tempo