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Visualizzazione dei post da marzo, 2008

IL MEDIUM E' IL MESSAGGIO

In questo contesto può risultare illuminante l’esempio della luce elettrica. Essa è informazione allo stato puro. È un medium, per così dire, senza messaggio, a meno che non lo si impieghi per formulare qualche annuncio verbale o qualche nome. Questo fatto, comune a tutti i media, indica che il «contenuto» di un medium è sempre un altro medium. Il contenuto della scrittura è il discorso, così come la parola scritta è il contenuto della stampa e la stampa quello del telegrafo. Alla domanda: «Qual è il contenuto del discorso?» si deve rispondere: «È un processo mentale, in se stesso non verbale». Un quadro astratto è una manifestazione diretta di processi mentali creativi quali potrebbero apparire nei diagrammi dei cervelli elettronici. Ma ciò che stiamo esaminando sono le conseguenze psichiche e sociali dei diagrammi o degli schemi, nella misura in cui amplificano o accelerano processi già esistenti. Perché il «messaggio» di un medium o di una tecnologia è nel mutamento di proporzioni,

ERIKSON

Si parte allora da una concezione stadiale e dinamica della vita dell’uomo, in cui ciascuna fase è contrassegnata da un dilemma che deve essere risolto affinché sia possibile il superamento e l’ingresso nello stadio successivo. Il dilemma dell’adolescenza è quello espresso dalla tensione tra identità e diffusione di identità……..Troviamo per la prima volta in Erikson la locuzione identità dell’Io o Ego-Identity; …Allargando il fenomeno al campo psico-sociale, si può affermare che il soggetto, anche se si vede mutato nel fisico e caratterialmente, si sente ugualmente nel tempo: tale fenomeno è radicato sia nei processi intrapsichici dell’individuo, sia nel contesto culturale che l’individuo stesso condivide con altri. Erikson secondo Palmonari: si stacca dalla tradizione freudiana ortodossa che enfatizza la rilevanza della dotazione biologica individuale per lo sviluppo della persona: anche la storia di vita del soggetto ed il contesto culturale e storico in cui egli vive entrano in gioc

L'ATTACCAMENTO

Il termine attaccamento per definire il legame madre-bambino è dovuto a J. Bowlby (1958) che lo introdusse per segnalare un comportamento del bambino ritenuto innato, tendente alla ricerca e al mantenimento della vicinanza a una figura specifica, che di solito è la madre. L’approccio etologico usato dall’autore si differenzia dai precedenti anche metodologicamente, poiché considera inadeguati allo studio della primissima infanzia sia il metodo retrospettivo proprio della psicoanalisi sia quello sperimentale tipico delle teorie stimolo-risposta. Pertanto sceglie di utilizzare l’osservazione diretta del bambino non in laboratorio, ma nel proprio ambiente naturale. L’attaccamento è, per Bowlby, una classe di comportamento sociale intenzionalmente rivolto a provocare e mantenere la vicinanza di una persona che viene scelta come figura principale di attaccamento. Il neonato, ad esempio, si orienta attivamente verso stimoli di origine sociale (la voce, l’odore della persona che offre le cure

GRUPPO DEI PARI

Un altro importante agente di socializzazione è il gruppo dei pari, che a differenza della famiglia, della scuola e dei mass media non si basa su un rapporto gerarchico tra chi trasmette e chi riceve elementi della socializzazione, ma si fonda proprio sull’abolizione delle differenze di posizione sociale all’intero del gruppo. Con l’espressione gruppo dei pari si fa riferimento a un tipo qualunque di gruppo caratterizzato da un rapporto paritario e simmetrico fra i suoi membri, dovuto al fatto che questi hanno in comune alcune condizioni di base, come la stessa età, ruoli identici, condizioni sociali molto simili. In alcune culture, e particolarmente nelle società tradizionali di piccole dimensioni, i gruppi dei pari sono formalizzati in gradi di età ognuno dei quali ha certi diritti e responsabilità che cambiano con l’invecchiamento. Un esempio tipico di sequenza in gradi di età è quella costituita da: infanzia; età dell’iniziazione alle attività guerriere; età dei guerrieri; prima e

LA VETRINIZZAZIONE SOCIALE

Tutto ciò renderà ancora più evidente quello che David Lyon ha definito «il paradosso della sorveglianza», consistente nel fatto che quest’ultima «rappresenta contemporaneamente un mezzo di controllo sociale e un metodo per assicurare il rispetto dei diritti dei cittadini» (1997, p. 307). D’altronde, oggi, in una società che obbliga gli individui al «contatto permanente» (Katz e Aakhus 2002), chiunque può essere intercettato, ascoltato, svelato. E non è soltanto lo Stato a tenere sotto controllo i messaggi circolanti nel sistema sociale. Nel 1997, una ricerca dell’ American Management Association ha dimostrato che negli Stati Uniti due grandi aziende su tre spiano i messaggi circolanti via e-mail dei propri dipendenti. La stessa cosa viene fatta su Internet attraverso i cookies, i quali, grazie alla particolare architettura aperta del Web, consentono di controllare i comportamenti degli utilizzatori. Ma oggi gli individui lasciano ovunque numerose tracce del loro passaggio, creando amp

LA CURA

L’uomo non è, non si costituisce come tale, non diventa uomo in assenza di attività di formazione, senza che qualcuno si prenda cura di lui, interagisca con lui, abbia volontà e intenzionalità di formarlo e educarlo. Questo è un dato, minimale – si dirà - , banale, persino, ma su cui abbiamo certezza. Su questo dato certo si innestano tutta una serie di incertezze e di nuclei problematici che talora assumono i caratteri dell’enigmaticità a partire dal problema-enigma di come mettere insieme e conciliare l’assoluta necessità di “coltivazione e cura”, senza di cui non si dà l’uomo (ciò che farebbe pensare – e di fatto è stato pensato e teorizzato – a una sorta di onnipotenza dell’educazione, a un’educazione che fa l’uomo), col fatto che l’uomo in qualche modo fa sempre da sé, e se non facesse da sé a niente servirebbero la coltivazione, la cura, l’educazione. Problema che può essere sbrigativamente risolto e dissolto in molti modi tra cui quello di invocare il carattere attivo delle risp