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Visualizzazione dei post da luglio, 2008

SCUOLA DI FRANCOFORTE

Il tema dell’utopia caratterizza anche i pensatori appartenenti alla Scuola di Francoforte. Qui, nel 1931, proseguendo ricerche iniziate già dal 1923 ad opera dell’«Istituto per le ricerche sociali», Max Horkheimer (1895-1972) riunì intorno a sé un gruppo di giovani studiosi, che, avvalendosi della « Rivista per la ricerca sociale», vennero progressivamente elaborando una comune teoria critica della società . Con questo nome si intende designare un complesso e di discipline, dalla filosofia alla sociologia alla psicologia, miranti a «promuovere la teoria della società nel suo complesso» mediante «una comprensione immanente», ovvero uno studio che comprenda la realtà attuale della società industriale avanzata nei suoi meccanismi interni, e ne promuova così una trasformazione. Con l’avvento del nazismo l’Istituto venne chiuso, ma la collaborazione dei diversi componenti (tra cui ricordiamo oltre a Horkheimer, Theodor W. Adorno , Herbert Marcuse, Erich Fromm, Walter Benjamin, Friedrich

MALATTIA DI NIETZSCHE

Per parecchi tempo, la malattia di Nietzsche ha rappresentato un «argomento» di cui si è servita certa critica per screditare la sua filosofia. L’alternativa consisteva solamente nell’interpretare il suo pensiero come «risultato» della sua malattia o, più originalmente, la sua malattia come «risultato» del suo pensiero. In ogni caso, la malattia veniva considerata come qualcosa di esclusivamente negativo e da mettere in correlazione necessaria con il suo sistema filosofico. Oggigiorno la situazione è radicalmente cambiata. Infatti, non solo ci si rifiuta di considerare la filosofia di Nietzsche sulla base della sua malattia o viceversa (come se si trattasse di un deterministico rapporto di causa-effetto) ma, in taluni settori della critica, si tende piuttosto a valorizzare la malattia, scorgendo in essa una condizione positiva del suo filosofare. In altri termini, secondo questo punto di vista, sarebbe anche in virtù della sofferenza e della solitudine che Nietzsche, lasciandosi alle s

LA PSICOLOGIA SOCIO-CULTURALE

Un gruppo sempre più consistente di studiosi (Jahoda G. 1988; Cole M. 1995; Bruner J. 1996; Mantovani G. 1996a, 1996b, 1996c), senz’altro molto più vicino teoricamente al socio-costruttivismo che non alla Social Cognition , individua un legame inscindibile tra sistemi culturali e funzionamento psicologico, per cui si ritiene che mente e cultura si costruiscano reciprocamente. In questo modo è rivendicato un ruolo della cultura nel processo di conoscenza. È evidente il riferimento teorico alla scuola storico culturale di Vygotskji. Adottare la prospettiva culturale significa pensare al sociale non solo come all’intreccio di interazioni tra individui, ma anche come all’ordine simbolico – la cultura – che tiene insieme gli individui in un cero modo, che fa sì che essi abbiano obiettivi, risorse, modi di concepire il mondo e gli altri comprensibili e condivisi (Mantovani G. 1996b, pag.20). In contrapposizione alle idee costitutive della prospettiva cognitivista è ribadito come sia la cult

IL FURTO DELLA STORIA

I greci furono definiti un popolo diverso da tutti gli altri innanzitutto da loro stessi e in seguito dagli europei. Ma in cosa consisterebbe, per classicisti come Finley, la forza propulsiva sottesa alla differenziazione della Grecia dal resto del vicino Oriente, con il quale essa intratteneva un vivace scambio di merci e di idee? Quella delle presunte differenze politiche non sembra in sé una spiegazione sufficiente. Quali che siano state le speciali caratteristiche del mondo classico, ciò che manca nelle interpretazioni di questi studiosi è una circostanziata spiegazione del come e del perché l’Europa e il Mediterraneo divergessero dalla generalità delle società posteriori all’età del bronzo, al punto di essere considerati società con una tipologia e un modo di produzione distinti (e presumibilmente più progrediti). Le loro realizzazioni sul piano dei sistemi di conoscenza, della scultura, della drammaturgia, della poesia furono immense, ma quanto alla loro speciale tipologia societ

PER UNA SEMANTICA DEI TEMPI STORICI

Le designazioni di se stessi e degli altri fanno parte degli scambi quotidiani tra gli uomini. In esse si articolano l’identità di una persona, e il suo rapporto con altre persone. Nell’uso delle espressioni ci può essere coincidenza; altre volte ognuno impiega per chi gli sta di fronte un’espressione diversa da quella che quest’ultimo usa per se stesso. Così c’è una differenza tra il pronunciare nomi reciprocamente riconosciuti, Gianni e Lina, e il sostituirli con epiteti ingiuriosi. E c’è una differenza tra il caso in cui sono usati gradi di parentela ( per esempio madre e figlio), e quello in cui «madre» è sostituito da «vecchia», «figlio» da «vagabondo». Ancora, il caso in cui sono indicate certe determinazioni funzionali (per esempio «datore di lavoro» e «lavoratore») è diverso da quello in cui il primo diventa uno «sfruttatore», il secondo «materiale umano», ecc. In un caso le designazioni proprie ed altrui delle persone in questione coincidono, nell’altro divergono. Nel primo ca

UNITA' DELL'UOMO E UNIVERSALITA' DELL'EDUCAZIONE

Alcuni dei diversi modi di guardare all’adolescenza permettono la definizione dei campi di studio, a seconda degli specifici approcci disciplinari. Ogni scienza ha i suoi strumenti di analisi ed interpreta in base ad essi. In Tagore emerge una attenzione particolare, al di là della scomposizione in stadi della vita umana, ed è l’accento continuamente rivolto a quello che sta dietro le basi dello sviluppo. Si tratta di qualcosa che non si può costringere negli ordinamenti logici, che sfugge proprio quando si crede di averlo ormai afferrato completamente; di qualcosa che è superiore alle apparenze esteriori ed è sempre e dovunque degno di dignità: l’uomo ed è ancora meglio l’uomo nell’universo. L’India, più di altri paesi, ha colto la necessità della non separazione dalla natura alla quale ciascuno tende a ricongiungersi armoniosamente. L’atteggiamento del popolo indiano non è di solo e semplice rispetto della natura, è qualcosa di intimo, assume un significato teleologico. Non c’è la ge