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DECRETI DELEGATI DEL 1974

I provvedimenti del 1974 introdussero il distretto scolastico, cioè un ambito territoriale di riferimento per la gestione di alcuni servizi (l’orientamento soprattutto); crearono una serie di organi collegiali (a livello di provincia, di distretto, di istituto, di circolo, di classe) aperti alla partecipazione, oltre che degli insegnanti e dei dirigenti, dei genitori e degli studenti; smantellando la rete dei centri didattici nazionali, dando un nuovo assetto a quelli che meritavano di sopravvivere (il CEDE di Frascati, la Biblioteca di documentazione pedagogica di Firenze); diedero vita agli IRRSAE (Istituti regionali per la ricerca, la sperimentazione e l’aggiornamento educativi), con il compito di portare dentro il sistema scolastico articolato sul territorio una serie di importanti competenze fino ad allora gelosamente custodite dal’Amministrazione […]
Più rilevanti furono le novità introdotte riguardo allo stato giuridico degli insegnanti: i poteri dei presidi e dei direttori didattici furono ridimensionati in favore di una maggiore collegialità della vita scolastica; qui le organizzazioni sindacali avevano fatto sentire il loro peso e qualche risultato fu ottenuto anche se , occorre dire, molto al di sotto delle esigenze reali della categoria. In particolare il problema della formazione degli insegnanti continuava a registrare ritardi sia nell’elaborazione delle forze politiche e sindacali, sia nel dettato del decreto delegato relativo al personale: ci si limitava alla generica prescrizione di una “formazione universitaria completa”, rimasta per altro del tutto disattesa per più di vent’anni, fino al 1998.
Al novero dei provvedimenti approvati occorre aggiungere anche alcune norme relative alla scuola media: una parziale modifica ordinamentale (legge n. 517 del 1977), l’abolizione definitiva del latino (legge n. 348 dello stesso anno), passata del tutto inosservata dopo i clamori del 1962, e i nuovi programmi variati nel 1979. La legge n. 517 del 1977 soppresse gli esami di riparazione, modificò strumenti e criteri di valutazione degli alunni e insomma preparò il terreno, in certa misura, alla modifica dei programmi che sopraggiungerà due anni dopo. Quella legge tuttavia introdusse alcune importanti novità anche al di là dell’istruzione media, quali quelle che favorivano il difficile cammino dell’integrazione degli handicappati in tutta la fascia dell’obbligo, e quelle relative alla programmazione educativa e didattica.
S. Santamaita Storia della scuola

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