
Con l’espressione disturbo della personalità si suole indicare quel comportamento di un soggetto ritenuto inadeguato nei rapporti interpersonali e di integrazione nella società tale da suscitare giudizi di valore negativo. I disturbi della personalità, o psicopatie, si differenziano da tutti gli altri disturbi psichici perché non dipendono né dalle alterazioni delle fondamentali funzioni mentali, quali intelligenza, coscienza, pensiero, memoria, umore, né da cause dovute ad ansie nevrotiche.
Si attribuisce loro il significato di grave e permanente anomalia del carattere che favorisce comportamenti disturbati e sofferenze per gli altri, oltre che problemi di disadattamento sociale.
Secondo la prospettiva criminologica, fra i più frequenti disturbi della personalità si indicano (Ponti):
- Il disturbo schizoide di personalità o psicopatia disaffettiva, caratterizzato da aridità affettiva e insensibilità morale. I soggetti con questo disturbo presentano mancanza di pietà, indifferenza per le sofferenze altrui, assenza di rimorso, brutalità. I disaffettivi sono abbastanza frequenti fra gli autori di reati aggressivi e violenti (rapine, lesioni, omicidi, violenze carnali). Tipici sono anche i reati che scaturiscono da motivazioni egoistiche (sfruttamento della prostituzione);
- Il disturbo sadico di personalità, caratterizzato dalla crudeltà fisica o dalla violenza sugli altri e dal godimento per le sofferenze inflitte. Tipico il comportamento di alcuni aguzzini che, in particolari regimi politici, arriva sino alle torture;
- Il disturbo esplosivo intermittente, in personalità facili a reazioni esplosive e sproporzionate agli stimoli provocanti. Si tratta generalmente di personalità immature con deficit intellettivi che spesso usano condotte aggressive contro persone o cose;
- Il disturbo paranoide di personalità, proprio di quei soggetti con immotivata sospettosità e sfiducia nei confronti di tutti. Di rilievo criminologico, i querulomani, che possono incorrere in reati di ingiuria, diffamazione, calunnia, vilipendio delle istituzioni. Anche i fanatici sono affetti da disturbi di personalità paranoide, il cui tratto caratteristico è dato dall’enorme sentimento di certezza delle proprie idee che li priva del senso di autocritica, di adattabilità e di comprensione. Sono intolleranti e intransigenti. Personaggi con queste caratteristiche si possono ritrovare tra gli adepti a sette, culti, movimenti terroristici. Trasmettendo ad altri il loro fanatismo, possono crearsi varie ipotesi delittuose: suggestioni plagianti, circonvenzioni, induzioni al delitto;
- Il disturbo istrionico di personalità, caratteristico di coloro che abitualmente si comportano in modo drammatico manifestandolo teatralmente. Sono individui emotivamente immaturi che cercano di richiamare l’attenzione e di valorizzarsi con comportamenti e scelte plateali, oltre che un sistematico ricorso alla bugia patologica. Nel campo criminale sono soprattutto millantatori di credito, truffatori e coloro che esercitano professioni senza averne titolo. Tali soggetti sono detti mitomani quando si immedesimano talmente nei ruoli corrispondenti alle loro false affermazioni, per lo più megalomani, da trarre in inganno gli altri ed anche se stessi;
- Il disturbo antisociale di personalità, proprio di coloro che fin dall’infanzia dimostrano atteggiamenti ribelli, vandalismo e pessima governabilità. In età adulta si rivelano incostanti o indifferenti al lavoro o agli obblighi famigliari, diventano irritabili, aggressivi, portati alle risse, spesso abusano di alcool e di droghe. Si rivelano insomma, male adattati agli oneri che la convivenza sociale impone. In campo criminale li ritroviamo nelle sottoculture dei delinquenti abituali o nella delinquenza organizzata.
Educatori nell’Amministrazione Penitenziaria
Si attribuisce loro il significato di grave e permanente anomalia del carattere che favorisce comportamenti disturbati e sofferenze per gli altri, oltre che problemi di disadattamento sociale.
Secondo la prospettiva criminologica, fra i più frequenti disturbi della personalità si indicano (Ponti):
- Il disturbo schizoide di personalità o psicopatia disaffettiva, caratterizzato da aridità affettiva e insensibilità morale. I soggetti con questo disturbo presentano mancanza di pietà, indifferenza per le sofferenze altrui, assenza di rimorso, brutalità. I disaffettivi sono abbastanza frequenti fra gli autori di reati aggressivi e violenti (rapine, lesioni, omicidi, violenze carnali). Tipici sono anche i reati che scaturiscono da motivazioni egoistiche (sfruttamento della prostituzione);
- Il disturbo sadico di personalità, caratterizzato dalla crudeltà fisica o dalla violenza sugli altri e dal godimento per le sofferenze inflitte. Tipico il comportamento di alcuni aguzzini che, in particolari regimi politici, arriva sino alle torture;
- Il disturbo esplosivo intermittente, in personalità facili a reazioni esplosive e sproporzionate agli stimoli provocanti. Si tratta generalmente di personalità immature con deficit intellettivi che spesso usano condotte aggressive contro persone o cose;
- Il disturbo paranoide di personalità, proprio di quei soggetti con immotivata sospettosità e sfiducia nei confronti di tutti. Di rilievo criminologico, i querulomani, che possono incorrere in reati di ingiuria, diffamazione, calunnia, vilipendio delle istituzioni. Anche i fanatici sono affetti da disturbi di personalità paranoide, il cui tratto caratteristico è dato dall’enorme sentimento di certezza delle proprie idee che li priva del senso di autocritica, di adattabilità e di comprensione. Sono intolleranti e intransigenti. Personaggi con queste caratteristiche si possono ritrovare tra gli adepti a sette, culti, movimenti terroristici. Trasmettendo ad altri il loro fanatismo, possono crearsi varie ipotesi delittuose: suggestioni plagianti, circonvenzioni, induzioni al delitto;
- Il disturbo istrionico di personalità, caratteristico di coloro che abitualmente si comportano in modo drammatico manifestandolo teatralmente. Sono individui emotivamente immaturi che cercano di richiamare l’attenzione e di valorizzarsi con comportamenti e scelte plateali, oltre che un sistematico ricorso alla bugia patologica. Nel campo criminale sono soprattutto millantatori di credito, truffatori e coloro che esercitano professioni senza averne titolo. Tali soggetti sono detti mitomani quando si immedesimano talmente nei ruoli corrispondenti alle loro false affermazioni, per lo più megalomani, da trarre in inganno gli altri ed anche se stessi;
- Il disturbo antisociale di personalità, proprio di coloro che fin dall’infanzia dimostrano atteggiamenti ribelli, vandalismo e pessima governabilità. In età adulta si rivelano incostanti o indifferenti al lavoro o agli obblighi famigliari, diventano irritabili, aggressivi, portati alle risse, spesso abusano di alcool e di droghe. Si rivelano insomma, male adattati agli oneri che la convivenza sociale impone. In campo criminale li ritroviamo nelle sottoculture dei delinquenti abituali o nella delinquenza organizzata.
Educatori nell’Amministrazione Penitenziaria
Commenti
Posta un commento