Passa ai contenuti principali

IL COMPUTER COME STRUMENTO DIDATTICO




Poiché il linguaggio forma e trasforma, ma anche deforma l'immagine mentale, e quindi il pensiero, un programma didattico va svolto usando «materiali» come figure, letture, espressioni linguistiche, e così via, cercando di dare al bambino una certa consapevolezza delle qualità sociali e convenzionali del mezzo. Giochi semplici di anagrammi gli consentono di rendersi conto della funzione delle singole lettere; le espressioni allegoriche sono «giochi» di pensiero che, come veri giocattoli, aiutano a superare barriere altrimenti invalicabili.
Nell'apprendimento della lettura, le cui difficoltà andrebbero programmate e verificato il momento del superamento, uno strumento didattico molto utile si è dimostrato il computer. Come è stato già messo in evidenza con il computer, è possibile elaborare un programma che guidi il bambino sin dai primi passi dell'apprendimento della lettura e ne controlli il processo di apprendimento fino al conseguimento dello scopo, ossia sino alla lettura della parola e della frase. Ad un livello più avanzato, è possibile elaborare un programma di lettura con un sistema di autoverifica e auto rettifica.
L'impiego delle fiabe è didatticamente utile poiché la fiaba risponde ai bisogni psicosociali ed emotivi del bambino, ma lo è anche perché ha una struttura molto semplificata. La fiaba di Cappuccetto Rosso, ad esempio comincia così:
«C'era una volta una bambina che si chiamava Cappuccetto Rosso. Cappuccetto Rosso abitava con la mamma in una casetta vicino al bosco. Un giorno la mamma le chiese di portare un cestino alla nonna malata». E così via. Il programma «Lettura attentiva» presenta le seguenti caratteristiche:
1° caratteristica: personalizza il rapporto tra computer e lettore. Infatti nella prima videata viene chiesto al lettore di scrivere il proprio nome, che il computer memorizza e al quale si rivolge sia in caso di successo, sia in caso di errore, personalizzando il rapporto.
Trisciuzzi Manuale di didattica per l'handicap.

Commenti

Post popolari in questo blog

PERSONAGGI ED EVENTI FANTASTICI

La mente di un bambino piccolo contiene una collezione in rapida espansione d’impressioni spesso male assortite e solo parzialmente integrate: in parte aspetti della realtà visti in modo corretto ma in misura molto maggiore elementi completamente dominati dalla fantasia. La fantasia colma le enormi lacune della conoscenza di un bambino che sono dovute all’immaturità del suo pensiero e alla sua mancanza di adeguata informazione. Altre distorsioni sono le conseguenze di pressioni interiori che conducono ad interpretazioni erronee delle percezioni del bambino. Il bambino normale inizia la propria produzione fantastica con alcuni frammenti di realtà osservati in modo più o meno corretto che possono evocare in lui bisogni o ansie così violenti da coinvolgerlo totalmente. Speso le cose diventano così confuse nella sua mente che non è assolutamente in grado di separare le une dalle altre. Ma un certo ordine è necessario perché il bambino possa tornare alla realtà né indebolito né sconfitto, m

L'ETÀ DI AUGUSTO: LE CAMPAGNE MILITARI E LA SCONFITTA DI TEUTOBURGO

Il principato fu un periodo relativamente pacifico dal momento che l'obiettivo di Augusto era il rafforzamento dell'autorità di Roma: quindi egli si limitò a consolidare i confini dei territori e a respingere gli attacchi dei nemici. Tuttavia, mosso dalla convinzione che il dominio romano fosse la miglior garanzia di pace e tranquillità, tra il 27 a. C. e il 9 d. C. Augusto si impegnò in alcune guerre di conquista, assoggettando tutta la zona alpina e le regioni che attualmente corrispondono alla Svizzera, l'Austria orientale, l'Ungheria occidentale e a parte della Serbia e della Bulgaria. Quando progettò di oltrepassare il Danubio ed estendere l'Impero fino al mar Baltico, sottomettendo le tribù germaniche ivi stanziate, il suo esercito venne duramente sconfitto. Infatti nel 9 d. C. tre intere legioni caddero in un'imboscata dei Germani a Teutoburgo: ventimila uomini furono accerchiati e sterminati e il loro comandante, Publio Quintilio Varo, si uccise.

I neuroni specchio e l'empatia: Giacomo Rizzolatti