La costruzione del mondo percettivo e mentale del bambino dipende sempre da un punto di vista: quello che egli percepisce di ciò che lo circonda dipende dal luogo e dalla posizione in cui egli si trova. Questo vale anche per l'adulto, non solo per il bambino, che rimane ancora rinchiuso in un mondo egocentrico, non riesce a farlo, ed è condizionato dalle leggi della percezione.
Viene definito egocentrismo, dunque, un atteggiamento psichico caratterizzato dall'assenza di una distinzione fra il sentimento personale e la realtà oggettiva. Ciò che vale per sé vale per tutti. Nella percezione spaziale della realtà, da parte di un bambino, ciò significa che egli ritiene il suo punto di vista l'unico valido. Un oggetto può essere visto vicino, lontano, in alto, in basso, di qua o di là, ma il punto di riferimento è sempre di chi parla, il proprio io.
Una prova sperimentale molto nota (che chiarisce quanto è stato detto) è quella che è stata detta da Piaget: partendo da un disegno che rappresenta una persona che sta fotografando tre piramidi o cumuli (di sabbia o altro), si chiede al bambino: «come si vedrà la fotografia: sarà a, b, c, d, oppure e?». Uscire dall'egocentrismo vuol dire essere capaci di vedere la realtà (non solo quella spaziale, ma anche una realtà mentale, linguistica od altro) da più punti di vista, comunque diversi dal proprio.
Per quanto riguarda la conoscenza dello spazio fisico, chi è fuori dal mondo egocentrico definisce una figura geometrica (un rettangolo ad esempio) un parallelogramma, ossia una figura avente i lati a due a due paralleli e della medesima lunghezza. Invece un bambino ancora condizionato dall'egocentrismo vede nel rettangolo solo una figura chiusa e se la riproduce è logico che accentui la chiusura, mentre tralascia il parallelismo, gli angoli e la proporzionalità tra i lati. Le intuizioni euclidee, che concernono rette, angoli, superfici e volumi, sono state una conquista della geometria e sono apparse per lungo tempo la base delle nozioni che hanno caratterizzato la conoscenza «misurata» dello spazio. La conoscenza spaziale del bambino ha altre leggi, più egocentriche come: l'inclusione, la chiusura, la vicinanza, la lontananza, la separazione, la somiglianza, la direzione e la regolarità. Queste leggi implicano un rapporto spaziale che viene definito topologico. Secondo la geometria euclidea un quadrato è una figura che racchiude una superficie piana entro quattro lati di uguale misura formanti quattro angoli di 90°. Secondo quella topologica, un quadrato è una figura chiusa. La sua grandezza dipenderà dalla figura geometrica che ha vicino e per lo stesso motivo viene valutata la vicinanza o la lontananza.
Trisciuzzi, Fratini, Galanti Introduzione alla pedagogia speciale
Commenti
Posta un commento