Effetto Pigmalione
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L'effetto Pigmalione, noto anche come effetto Rosenthal, deriva dagli studi classici sulla “profezia che si autorealizza” il cui assunto di base può essere così sintetizzato: se gli insegnanti credono che un bambino sia meno dotato lo tratteranno, anche inconsciamente, in modo diverso dagli altri; il bambino interiorizzerà il giudizio e si comporterà di conseguenza; si instaura così un circolo vizioso per cui il bambino tenderà a divenire nel tempo proprio come l’insegnante lo aveva immaginato.Indice[nascondi] |
[modifica] Cenni mitologici e artistici
Filostefano di Cirene, un mitografo greco del III secolo a.C. aveva narrato un ciclo di storie cipriote per noi perdute la vicenda di Pigmalione re di Cipro che si era innamorato della statua di Afrodite al punto di crederla vera ed immaginare di potersi ricongiungere ad essa.In Ovidio (Metamorfosi, X, 243), la vicenda fu trasformata. Pigmalione non è più un re ma un artista, in particolare uno scultore, che si innamorò di una sua statua, raffigurante una figura di donna, fino al punto di implorare Afrodite affinché la trasformasse in un essere umano, per poi poterla sposare.
La definizione di "Pigmalione" attribuita da Rosenthal a questo effetto psicologico è stata influenzata dall'opera teatrale omonima di George Bernard Shaw, derivante dal mito greco di Pigmalione, nella quale un insegnante cerca di addestrare una ragazza, di umili origini e priva di cultura e di educazione, ai modi garbati e elevati della classe abbiente.
[modifica] Esperimento psicosociale
L'équipe guidata dal ricercatore americano Robert Rosenthal ideò un esperimento nell'ambito della psicologia sociale, sottoponendo un gruppo di alunni di una scuola elementare californiana ad un test di intelligenza. Successivamente selezionò, in modo casuale e senza rispettare l'esito e la graduatoria del test, un numero ristretto di bambini e informò gli insegnanti che si trattava di alunni molto intelligenti.Rosenthal, dopo un anno, ripassò nella scuola, e verificò che i suoi selezionati, seppur scelti casualmente, avevano confermato in pieno le sue previsioni migliorando notevolmente il proprio rendimento scolastico fino a divenire i migliori della classe.[1]
Questo effetto, in questo caso benefico, si avverò grazie all'influenza positiva degli insegnanti che riuscirono a stimolare negli alunni segnalati da Rosenthal una viva passione e un forte interesse per gli studi.
"L'effetto Pigmalione" può manifestarsi non solamente nell'ambito scolastico, ma anche in altri contesti, come in quello lavorativo nel rapporto fra capi e dipendenti oppure in quello familiare nelle relazioni fra genitori e figli e in tutti quei contesti dove si sviluppino rapporti sociali.[2] Quindi le aspettative possono condizionare la qualità delle relazioni interpersonali e il rendimento dei soggetti.
[modifica] L'effetto Pigmalione e il razzismo
L'insegnante americana Jane Elliott, nota per il suo attivismo anti-razzista, elaborò un test denominato "blue-eyed/brown-eyed" costituito da esercizi discriminanti in base al colore degli occhi e della pelle; i due gruppi di studenti formatisi, a giorni alterni, dovettero sopportare l'umiliazione e l'influenza di teorie negative e razziste nei loro confronti oltre all'esaltazione delle qualità dell'altro gruppo; l'insegnante verificò che il rendimento degli studenti era direttamente proporzionale alla stima e al grado di rispetto mostrato durante lo svolgimento degli esercizi.[3][4][5]Risulta evidente quanto possa influenzare, positivamente o negativamente, il giudizio di valutazione distorto formulato da un superiore nei confronti di un dipendente, basato unicamente su una fissazione di un aspetto della personalità di quest'ultimo, che potrebbe oscurare, agli occhi dell'osservatore, tutte le caratteristiche positive dell'individuo osservato.[6]
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