Entro questa prospettiva sembra si precisi la questione delle classi, che si distinguono quanto a competenze, ma che si risolvono nell'unità dialettica dello Stato, in armonia, senza conflitti di poteri, svolgendo ciascuna la propria funzione. Platone sa con questo di avanzare una proposta paradossale relativamente al modo in cui sono costituiti gli Stati del suo tempo. Egli in realtà sottolinea che tutti gli uomini sono uguali, sono tutti fratelli e che le distinzioni non sono dovute né a privilegi di nascita né al fatto di essere figli di governanti o di operai. Se un figlio di operaio nasce dalla razza aurea (cioè con le capacità d'essere un governante) sarà governante, sì come uno che, figlio di difensore (razza d'argento) o di governante, abbia in sé la razza di ferro e di rame (operaio) sarà lavoratore, nel senso più lato (contadino, tecnico, scienziato, avvocato, maestro e cos'ì via). Ciascuno deve essere se stesso, ma l'essere ciascuno sé, sapere ciò che a ciascuno compete, sapendo che è bene fare bene il proprio mestiere, non è un dato, ma una conquista. Sotto questo aspetto lo Stato non è costituito da classi; esso è uno in un articolarsi di funzioni diverse, in vista dell'unico fine che è il bene comune, che consiste nella coscienza dello Stato.
Di contro alla situazione politica di fatto, di contro agli Stati quali sono – in effetti non Stati nello Stato, di pari, di gruppi, di individui, in contrasti di potere -, la Repubblica è scritta per l'avvenire, per modificare, mediante l'insegnamento e il ragionamento, la situazione di fatto, per trasformare gli uomini da quello che sono – conflitti di passioni, ebbri, disarmonici, dispersi – in cittadini, cioè, alla fine, non in uomini di fatto, ma di diritto. Di qui quale logica derivazione della distinzione ed armonia delle classi, che più che classi sono in realtà funzioni dello Stato, in un reciproco rispetto delle funzioni di ciascuna, si sviluppa il motivo delle tre virtù (temperanza, coraggio, sapienza), proprie di ciascun aspetto dello Stato e di ciascun aspetto dell'anima, e della giustizia come retta armonia delle tre parti …
F. Adorno Introduzione a Platone
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