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ERIKSON

Si parte allora da una concezione stadiale e dinamica della vita dell’uomo, in cui ciascuna fase è contrassegnata da un dilemma che deve essere risolto affinché sia possibile il superamento e l’ingresso nello stadio successivo. Il dilemma dell’adolescenza è quello espresso dalla tensione tra identità e diffusione di identità……..Troviamo per la prima volta in Erikson la locuzione identità dell’Io o Ego-Identity; …Allargando il fenomeno al campo psico-sociale, si può affermare che il soggetto, anche se si vede mutato nel fisico e caratterialmente, si sente ugualmente nel tempo: tale fenomeno è radicato sia nei processi intrapsichici dell’individuo, sia nel contesto culturale che l’individuo stesso condivide con altri. Erikson secondo Palmonari:
si stacca dalla tradizione freudiana ortodossa che enfatizza la rilevanza della dotazione biologica individuale per lo sviluppo della persona: anche la storia di vita del soggetto ed il contesto culturale e storico in cui egli vive entrano in gioco nel processo di formazione della personalità (Palmonari A., 1993, p.47).
L’identità viene dunque oggettivata da Erikson (1970) in modo interdisciplinare: dotazione biologica, esperienza ed organizzazione personale, ambiente culturale si intrecciano dando vita per ciascuno di noi ad una identità unica. Nell’adolescenza, periodo in cui la dotazione biologica ed i processi intellettuali dell’individuo dovrebbero integrarsi con le attese sociali, l’acquisizione dell’identità implica un conflitto notevole. L’identità inoltre risulta essere radicata nel passato mentre il presente diventa determinante per il futuro. Importante in tal senso che i genitori offrano modelli stabili ad adolescenti e giovani, affinché questi possano confrontarsi, anche se al solo fine di ribellarsi. La confusione dei ruoli, lo stato psicologico che, secondo Erikson corrisponde alla mancata acquisizione dell’identità, consiste dal passare da una identificazione all’altra, provando e riprovando ruoli sociali diversi in una sorta di “turismo psicologico”, così come lo chiama Palmonari, dell’Io pago di se stesso, o generatore di ansie profonde, senza mai riuscire a costruire una sintesi originale del materiale disponibile.
L’antitesi dell’identità è la confusione d’identità che, pur essendo un’esperienza comune e ne4cessaria, può però formare un nucleo patologico destinato ad aggravarsi o già aggravato da fenomeni regressivi (Erikson E. H., 1982, tr. It. 1984, pp.69-70).
P. Nicolini, B. Pojaghi, a cura di, Autonoma-mente

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