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Claude Lévi-Strauss Tristi tropici

Spontaneamente o volutamente, mai ho potuto saperlo, aveva contribuito alla costituzione di una confraternita internazionale di superuomini, cinque o sei in tutto: lui stesso, Keyserling, Ladislas Reymond, Romain Rolland, e, voglio credere per un certo tempo, Einstein. La base del sistema era che, quando uno dei membri pubblicava un libro, gli altri, dispersi per il mondo, dovevano affrettarsi a salutarlo come una delle più alte manifestazioni del genio umano. Ma quello che più commuoveva in Victor Margueritte, era la semplicità con la quale pretendeva riassumere in sé tutta la storia della letteratura francese. Questo gli era tanto più facile in quanto proveniva da un ambiente letterario: sua madre era cugina germana di Mallarmé; gli aneddoti, i ricordi erano il suo debole. Si parlava così a casa sua con familiarità di Zola, dei Goncourt, di Balzac, di Hugo come di zii o di nonni dei quali fosse stato incaricato di amministrare l’eredità. E quando esclamava con impazienza: «Dicono che...

Jacques Le Goff: Il meraviglioso e il quotidiano nell’Occidente medievale

Siamo dunque nel mondo del soprannaturale, ma mi sembra che nei secoli XII e XIII il soprannaturale occidentale si divida in tre ambiti coperti pressappoco da tre aggettivi: mirabilis, magicus, miraculosus. Mirabilis. È il nostro meraviglioso con le sue origini precristiane. Esso ricopre l’insieme degli elementi che ho cercato di elencare nell’appendice a questo articolo. Magicus. È noto che il termine di per sé poteva essere neutro per gli uomini dell’Occidente medioevale, in quanto teoricamente si riconosceva l’esistenza di una magia nera che aveva a che fare con il diavolo, ma anche di una magia bianca che invece era lecita. Di fatto il termine magicus, e il territorio da esso designato, scivolò rapidamente dalla parte del male, dalla parte di Satana. Magicus è dunque il soprannaturale malefico, il soprannaturale satanico. Il soprannaturale propriamente cristiano, quello che si potrebbe propriamente chiamare il meraviglioso cristiano, è ciò che procede dal miraculousus; ma il miraco...

RINGRAZIO I VISITATORI PER LE 31000 VISITE!!!!

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DERRIDA: " Io mi sento, e anticipatamente, prima di ogni contratto, portato ad amare l’altro morto"

L’amicizia per il morto porta dunque questa philía al limite della sua possibilità. Ma, contemporaneamente mette a nudo la molla ultima di questa possibilità: non potrei amare di amicizia senza progettarne lo slancio verso l’orizzonte della morte. L’orizzonte è il limite e l’assenza di limite, la perdita dell’orizzonte all’orizzonte, anorizzontabilità dell’orizzonte, il limite come assenza di linite. Non potrei amare di amicizia senza impegnarmi, senza sentirmi anticipatamente impegnato ad amare l’altro oltre la morte. Quindi oltre la vita. Io mi sento, e anticipatamente, prima di ogni contratto, portato ad amare l’altro morto. Mi sento così (portato ad) amare, è così che mi sento (amare). L’autologia dà da pensare, come sempre: io mi sento amato, portato ad amare il morto, l’essere amato o l’essere amabile, che, come si è già detto, non è necessariamente vivente, e che quindi porta la morte nel suo essere amato. Ricordiamolo, e facciamolo con le parole di Aristotele. Egli ci spiega pe...

DIDATTICA PAZZA HA RAGGIUNTO LE 30000 VISITE!!!!

Uploaded with ImageShack.us Didattica Pazza è il secondo blog che ho creato dopo Trutzy ma è quello più seguito. Quando ho iniziato a scrivere questo blog non immaginavo che sarebbe stato apprezzato così tanto!!! Mi fa tanto piacere che gli argomenti che seleziono ed i miei piccoli contributi interessino a qualcuno!!!!

Elena Lucrezia Cornaro Piscopia la prima donna laureata al mondo

Tratto dal sito wikipedia Elena Lucrezia Cornaro Piscopia (Venezia, 5 giugno 1646 – Padova, 26 luglio 1684) fu una filosofa italiana, ricordata come la prima donna laureata al mondo. Biografia Elena fu la quinta dei sette figli di Giovan Battista Cornaro e di Zanetta Boni. Il padre, appartenente a una delle più importanti famiglie veneziane, ebbe con Zanetta, donna di umilissime origini, una lunga relazione durante la quale nacquero tutti i loro figli: essi furono sempre legittimati alla nascita, ma la coppia si sposò soltanto nel 1654. A causa delle origini della madre, i due giovani maschi Francesco e Girolamo non poterono essere iscritti nel Libro d'oro della nobiltà fino al 1664, quando il padre ottenne il sospirato riconoscimento sborsando ben 105.000 ducati. L'antica famiglia era da secoli esclusa dalle maggiori magistrature della Repubblica, ma le restava il prestigio del nome, del patrimonio e della cultura: il nonno materno di Giovan Battista, Giacomo Alvise Cornaro, e...