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NAZISMO, COMUNISMO, FASCISMO

NAZISMO, COMUNISMO, FASCISMO Sul piano formale gli esempi e i modelli di stato totalitario ai quali Hitler poteva ispirarsi erano almeno due: l’Unione Sovietica e l’Italia fascista. Rispetto alla Russia tuttavia le condizioni erano completamente diverse. La dittatura del partito bolscevico si era imposta nel crollo totale non solo degli apparati dello stato, ma della società civile, travolta dallo sforzo bellico. Il partito era diventato veramente il fulcro del nuovo stato, aveva dato i quadri alla nuova burocrazia, rifondato l’esercito, costituito le pur esili strutture di una elementare società civile. Nel rivolgimento radicale, nessuna istituzione tradizionale aveva conservato un minimo di autonomia e di potere: la monarchia era distrutta, l’aristocrazia eliminata o emigrata, l’esercito dissolto; la classe politica liberale, populista e socialdemocratica, senza tradizioni e radici nelle masse popolari, discreditata dal fallimento delle prime esperienze di governo e dal disegno di ...

AFORISMA DI GIORDANO BRUNO

JHON RAWELS: LEZIONE SU HOBBES (FILOSOFIA POLITICA)

SOMMARIO: SCHEMA DELLA TESI DI HOBBES SECONDO LA QUALE LO STATO DI NATURA  → UNO STATO DI GUERRA 1.       Stato di natura = df stato di cose nel quale non esiste alcun potere sovrano che tenga a bada tutti. Stato di guerra = df stato di cose nel quale la volontà di confrontarsi combattendo è pubblicamente riconosciuta. Uno stato di guerra non consiste in un combattimento effettivo, ma nell’esistenza  di una disposizione dichiarata a combattere durante un periodo di tempo nel quale non esiste alcuna garanzia del contrario. Ogni altro tempo è tempo di pace. 2.       Argomentazione a favore della tesi che lo stato di natura → stato di guerra: a.        L’eguaglianza (delle doti naturali e dei poteri mentali) – dato il ruolo centrale del desiderio dell’autoconservazione e del desiderio di ottenere i mezzi per una vita comoda all’interno della dottrina politica di Hobbes – porta ad un eguale speranza di...

ATTENZIONE VOLONTARIA

Ma c’è un’altra forma di attenzione, quella volontaria. È quella che dirigiamo consapevolmente alla pagina del libro. Maurizio Corbetta, della Washington University, ha dimostrato che questo tipo di attenzione attiva la corteccia prefrontale, la stessa regione implicata negli atti di volontà, e riduce l’attività nelle altre regioni. Questa attivazione, capace di dirigere il cervello nella direzione voluta, trasforma il mammifero in Homo sapiens perché può escludere l’attenzione automatica. « Abbiamo fatto degli esperimenti con i bambini che giocano a calcio » dice Maria Carraso, psicologa della New York   University. « I genitori sugli spalti urlano, ma i bambini non sentono nulla: in partita esiste solo il campo.       A. Beltrami da Focus n.232.

Lëv Vygotski

Lëv Vygotskij nasce a  Gomel in Bielorussia nel 1896. Studia e si laurea nel 1917 in giurisprudenza e poi in psicologia dell’arte a Mosca.  Nel 1924 occupa la cattedra di psicologia. Fonda un Istituto per bambini disabili a Mosca. Il suo lavoro scientifica prende inizio dalla psicologia evolutiva, dallo studio dei processi cognitivi e del linguaggio dei bambini. La tesi fondamentale ruota attorno alla teoria del condizionamento che i fattori socioculturali esercitano sulla coscienza umana e sui processi psichici superiori. La sua opera principale ( Pensiero e linguaggio del 1934) viene messa al bando per oltre trent’anni dal regime stalinista, in quanto divergente con il pensiero imperante, d’impronta pavloviana. Le opere pubblicate postume: psicologia dell’arte (scritta nel 1925), Teoria delle emozioni  (1933 pubblicata nel 1982). Muore di tubercolosi nel 1934 a Mosca. P. Crepet   Psicologia Temi Teorie Professioni

C. Lévi-Strauss: Mito e significato

Quel che ho cercato di dire fin qui è che è avvenuto un divorzio – un indispensabile divorzio – fra il pensiero scientifico e quella che ho definito la logica del concreto, cioè il rispetto e l’utilizzo dei dati sensoriali, in contrapposizione alle immagini, ai simboli, e così via. Forse stiamo assistendo al momento in cui questo divorzio sarà superato o ricomposto, giacché la scienza moderna sembra in grado non solo di compiere progressi seguendo la sua linea tradizionale – cioè spingendosi via via più avanti, ma sempre entro lo stesso ristretto canale -, ma anche nello stesso tempo di ampliare questo canale, reincorporandovi molti problemi prima lasciati da parte. A questo riguardo mi si potrebbe accusare di essere uno « scientista » , ovvero una sorta di cieco ammiratore della scienza, convinto che essa possa risolvere assolutamente tutti i problemi. Bene io non la penso certo così, e non riesco ad immaginarmi un giorno in cui la scienza sarà conchiusa e perfetta. [ … ] La scienza ...

DAL MITO ALLA FILOSOFIA

La parola mito inizialmente vuol dire racconto, ma indica anche come stanno effettivamente le cose. Quindi l’uomo mitico non vive il mito come una favola, lo vive come la situazione reale in cui egli crede. Il mito è qualcosa di voluto dall’uomo - «io voglio che il mondo abbia questo senso» - e quindi produce il senso del mondo, il significato della protezione divina, e in questa produzione è poetico: si ricordi che la parola «poesia» viene appunto da póiesis, che significa «produzione». Proprio perché il mito è questa produzione , invenzione, poesia, volontà che le cose stiano in un certo modo, è inevitabile che, a un certo momento, l’uomo non si accontenti più dell’atteggiamento di chi, non guardando la realtà, sogna la realtà – sognare la realtà significa anche sognare il rimedio contro la morte e contro il dolore – e quindi, a un certo momento, l’uomo – e qui possiamo dire il popolo greco – vuole uscire dal sogno. Vuole, cioè, che il rimedio contro la morte e il dolore non sia il c...