Il popolo delle teste nere
A insediarsi per primi in Mesopotamia furono i Sumeri - il popolo delle "teste nere", come loro stessi si definivano - , che si stabilirono all'incirca dal 4000 a. C. nella cosiddetta "terra di Sumer" (a sud). Qui fondarono le prime città: Uruk, la più grande (si ipotizza che contasse circa 50000 abitanti), Ur, Lagash, _Umma e Nippur, dove si svilupparono artigianato e commerci. Le esigenze di questa nascente organizzazione sociale favorirono la creazione di un sistema che permettesse di registrare e scambiare informazioni: nacque così la scrittura, grazie alla quale sono giunte fino a noi le testimonianze che hanno potuto così documentare gli sviluppi della cultura sumera, che include religione e architettura, scienza e mitologia, letteratura e astronomia.
La città-stato e la sua organizzazione
Le città dei sumeri non facevano parte di uno Stato unitario, ma ognuna di esse era indipendente dalle altre, con divinità, terre ed esercito propri. La struttura politica della città-stato si ritroverà, pur con caratteristiche diverse, anche in Grecia e a Roma. Inizialmente ogni città-stato era guidata da una figura che riuniva in sé le funzioni del re e del sacerdote, dotato dunque di autorità sia politica sia religiosa, che esercitava il suo potere in una sorta di tempio-palazzo, la ziqqurat: questa riuniva in sé le funzioni di luogo di culto, centro direttivo dell'economia e dell'amministrazione, magazzino, mercato e scuola. I sacerdoti avevano appunto il compito di distribuire le terre da coltivare, di provvedere alla conservazione e alla ripartizione dei prodotti alimentari, di gestire le attività pubbliche. Per far funzionare questo sistema, il popolo di contadini e artigiani era obbligato a versare nei magazzini del tempio la maggior parte del raccolto e a lavorare gratuitamente per costruire le opere pubbliche /templi, canali, argini, ecc.).
Cantarella Guidozzi Materia Storia 1
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