Fu già spiegato, che la prima e semplice affermazione della volontà di vivere non è se non l'affermazione del proprio corpo, ossia esplicazione della volontà mediante atti nel tempo, fin dove il corpo, nella sua forma e natura disposta a' suoi fini, rappresenta la stessa volontà spazialmente - e non oltre. Codesta affermazione si dimostra sotto specie di conservazione del corpo, usando a ciò tutte le forze di esso. A lei si collega direttamente la soddisfazione dello stimolo sessuale; anzi, questa appartiene a quella, in quanto i genitali al corpo appartengono. Perciò la volontaria, da nessun motivo determinata rinunzia alla soddisfazione di quello stimolo, è già un rinnegar la volontà di vivere, è una spontanea autosoppressione di esso stimolo in seguito a sopravvenuta conoscenza che agisce come quietivo: perciò tal rinnegamento del proprio corpo si presenta già come un'oppressione della volontà contro il suo proprio fenomeno.
IL MONDO COME VOLONTÀ E RAPPRESENTAZIONE
La società preindustriale Osservando le trasformazioni avvenute nelle società europee con l’industrializzazione, egli nota che le forze di coesione sociale sono almeno di due tipi. Nella società preindustriale, le persone vivevano in gruppi relativamente piccoli e indipendenti gli uni dagli altri (per esempio in fattorie o in villaggi sparsi su un territorio molto vasto), nei quali venivano svolte tutte le funzioni indispensabili alla conservazione di quella stessa società: la produzione di cibo e di ogni bene necessario alla sopravvivenza, la generazione e l’allevamento della prole, la trasmissione di quei valori e di quel sapere che permettono a ogni membro di diventare parte integrante della collettività e così via. Le attività umane non erano altamente specializzate, ma tutti sapevano destreggiarsi in mansioni diverse, anche se non con l’abilità degli specialisti. In un contesto simile, il legame interpersonale che s’instaurava tra i membri di una collettività era un “le...
Commenti
Posta un commento