Ed è ancora follia, in quest’ordine, il movimento con cui si tenta di strapparsi ad essa per accedere a Dio. Nel XVI secolo, più che in ogni altra epoca, l’Epistola ai Corinzi splende di un prestigio incomparabile: “Io parlo da folle perché lo sono più di ogni altro”. Tutti temi cari ai mistici: la follia la rinuncia al mondo, follia l’abbandono totale all’oscura volontà di Dio, follia questa ricerca di cui non si conosce il termine. Già Tauler evocava questo cammino che abbandona le follie del mondo, ma che si consegna, proprio per questo, alle più oscure e desolanti follie: “La navicella è condotta al largo, e poiché l’uomo si trova in questo stato di abbandono, riaffiorano in lui tutte le angosce e tutte le tentazioni, e tutte le immagini, e tutta la miseria ..” Ed è la stessa esperienza che viene commentata da Nicolas de Cues: “Quando l’uomo abbandona il sensibile, la sua anima diviene come demente”. In marcia verso Dio, l’uomo è più che mai esposto alla follia, e che cos’è per lui...