- Avevo trascorso molto tempo nello studio delle scienze astratte, ma la scarsa comunicazione che possono consentire me ne aveva disgustato. Quando ho cominciato lo studio dell'uomo, ho constatato che quelle scienze astratte non si addicono all'uomo e che mi allontanavo più io dalla mia condizione approfondendole che gli altri ignorandole. Ho perdonato agli altri di saperne poco. Ma credevo almeno di trovare molti compagni nello studio dell'uomo, e che fosse questo il vero studio che gli è proprio. Mi sono ingannato: ce ne sono ancor meno di quelli che studiano la geometria. Solo perché non si è in grado di affrontare quello studio si cerca tutto il resto; o, forse, non è nemmeno questa la scienza che l'uomo deve perseguire ed è meglio che ignori se stesso per essere felice?
- Non passa tra la gente per intenditore di versi chi non sfoggia il titolo di poeta, e lo stesso vale per il matematico, e così via. Ma le persone di cultura universale non sanno che farsene di titoli e non fanno nessuna differenza tra il mestiere del poeta e quello del ricamatore.Gli ingegni universali non sono chiamati né poeti, né scienziati; sono però tutto questo, e di tutto sanno giudicare. […]
- Certi scrittori, parlando delle loro opere, dicono: «il mio libro, il mio commento, la mia storia …». Farebbero meglio a dire: «Il nostro libro, la nostra storia, il nostro commento», perché assai spesso in quei libri c'è più farina d'altro sacco che del loro.
Pascal Pensieri
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