Il ritardo mentale è nella sua essenza una grave alterazione della mente che si manifesta come sindrome psichiatrica globale legata al difetto di sviluppo delle funzioni astrattive della conoscenza e dell'adattamento. Questo aspetto psicopatologico è basale e centrale ma non unico, perché ad esso si possono associare disturbi della personalità, della condotta, del linguaggio, delle funzioni percettive e motorie nonché piccole o grandi malformazioni somatiche, sintomi sia nucleari del difetto astrattivo, sia concomitanti con esso ma dovuti a fattori distinti, genetici, lesionali o ambientali.
Si tratta comunque di una sindrome complessa, che compromette in modo duraturo, e spesso permanente, la conquista delle funzioni più elevate della specie umane.
Quelle funzioni che permettono, nello sviluppo normale, un pensiero fondato sull'interiorizzazione dell'esperienza e in particolare sulla capacità di astrarre da essa le leggi che legano gli eventi, i rapporti di causa e di effetto, le capacità di formulare ipotesi e deduzioni, le capacità di distinguere i confini ristretti del mondo reale da quelli sconfinati del possibile. Nel ritardo mentale il pensiero resta strettamente dipendente dall'esperienza e dalla rappresentazione di essa, le percezioni non riescono a generalizzarsi, il movimento è imitativo e non sviluppa capacità espressive né costruttive originali, il linguaggio è povero, stereotipato, legato alla rappresentazione immediata, non diventa linguaggio interno e non assume la guida della condotta.
P. Pfanner, M. Marcheschi, Il ritardo mentale
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