Fu a partire dal II sec. A. C. che anche a Roma si vennero organizzando scuole sul modello greco, rivolte a dare una formazione grammaticale e retorica, legata alla lingua greca. Solo nel I sec. a. C. fu fondata una scuola di retorica latina, che riconosceva una dignità compiuta alla letteratura e alla lingua dei Romani. In breve tempo, poi, lo spirito pragmatico, proprio della cultura romana condusse ad una sistematica organizzazione delle scuole, divise per gradi e corredate da strumenti didattici specifici (i manuali). Quanto ai gradi le scuole erano divise in: 1) elementari (o del litterator o ludus, guidate dal ludi magister e rivolte a dare l'alfabetizzazione primaria col leggere, scrivere e, spesso, anche col calcolare; tale scuola si svolgeva in locali presi in affitto o nella casa dei ricchi; i ragazzi vi si recavano accompagnati dal paedagogus, scrivevano su tavolette di cera con lo stilo, imparavano le lettere dell'alfabeto poi la loro combinazione, calcolavano usando le dita o sassi – calculi -, occupavano a scuola buona parte della giornata ed erano sottoposti alla rigida disciplina del magister che non escludeva neppure le punizioni corporali); 2) secondarie o di grammatica (nelle quali si apprendeva la cultura nelle sue diverse forme: dalla musica alla geometria, all'astronomia, alla letteratura e all'oratoria; anche se poi a predominare era l'insegnamento letterario svolto nella sua forma grammaticale e filologica, esercitato su testi di autori greci e latini, studiati attraverso la lectio, la enarratio, la emendatio e il judicum); 3) scuole di retorica (che coltivavano lo studio dei testi letterari in relazione allo stile e allenavano alla declamatio; in esse si studiavano i vari tipi di retorica – politica, forense, filosofica, etc. – e si elaboravano le suasoriae o discorsi su esempi morali e le controversiae o dibattiti su problemi reali o fittizi). Se pure più limitata rispetto all'educazione greca (scarsa era la grammatica, la musica, ma anche la presenza della scienza e della filosofia), più utilitaria, la formazione scolastica romana mantenne bene al centro questo principio retorico e la tradizione delle arti liberali, riassunte nel valore assegnato alla parola.
Cambi Storia della pedagogia
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